Bergamo: le mura veneziane

Il monumento costruisce il paesaggio

(…) E stando così fermo, sospeso il fruscìo de’ piedi nel fogliame, tutto tacendo d’intorno a lui, cominciò a sentire un rumore, un mormorìo, un mormorìo d’acqua corrente. Sta in orecchi; n’è certo; esclama: – è l’Adda! – Fu il ritrovamento d’un amico, d’un fratello, d’un salvatore. La stanchezza quasi scomparve, gli tornò il polso, sentì il sangue scorrer libero e tepido per tutte le vene, sentì crescer la fiducia de’ pensieri, e svanire in gran parte quell’incertezza e gravità delle cose; e non esitò a internarsi sempre più nel bosco, dietro all’amico rumore. Arrivò in pochi momenti all’estremità del piano, sull’orlo d’una riva profonda; e guardando in giù tra le macchie che tutta la rivestivano, vide l’acqua luccicare e correre. Alzando poi lo sguardo, vide il vasto piano dell’altra riva, sparso di paesi, e al di là i colli, e sur uno di quelli una gran macchia biancastra, che gli  parve dover essere una città, Bergamo sicuramente.
(Alessandro Manzoni, I promessi sposi, capitolo XVII)

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Il cuore antico di Bergamo, la Città alta, è racchiuso all’interno della cinta murata veneziana. Le Mura furono costruite a partire dal 1561, con un cantiere che previde uno scavo imponente attorno alla città posta sul colle e, successivamente, la realizzazione di opere destinate a creare una fortezza, interamente rivestita in pietra, il cui perimetro ha la lunghezza di circa 5.200 metri. Nei punti più elevati, le Mura raggiungono l’altezza di 22 metri dal piano di campagna e presentano uno sviluppo planimetrico complesso, movimentato dalla presenza dei possenti baluardi, corpi avanzati verso la pianura.

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Le Mura veneziane costituiscono quella che tecnicamente viene definita una fortezza di monte, poiché sono costituite da una serie di strutture che ne fanno una sorta di enorme “castello” costruito in altura, attorno alla città abitata. Elementi di spicco sono senz’altro le cannoniere, sale sotterranee nascoste entro i baluardi: sale che erano destinate ad accogliere armi e soldati da schierare in caso di assedio. Due delle numerose cannoniere sono state restaurate e sono quindi visitabili: la più suggestiva è la cannoniera di San Michele, dalle cui volte in pietra – impostate direttamente sulla roccia viva – pendono fitte stalattiti calcaree, in un ambiente pervaso dal suono del continuo stillicidio delle acque.

 

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Percorrere le mura consente di imbattersi nelle porte (porta San Giacomo, porta Sant’Agostino, porta San Lorenzo, porta Sant’Alessandro), mirabili architetture tardo cinquecentesche, ma anche di osservare da un “balcone” privilegiato il dispiegarsi della pianura (a sud), e dei colli (a nord e ad est), con il loro disegno sinuoso e le trame delle antiche colture terrazzate, ancora visibili in più punti. Visitare le mura veneziane significa conoscere un vasto manufatto difensivo cinquecentesco sostanzialmente intatto e osservabile “da vicino”, ma anche esplorarne il rapporto con la città antica (a monte), la città moderna (a valle) e il territorio circostante.

 

Le mura, quindi, come monumento che ha contribuito a costruire il paesaggio e come luogo della sua osservazione.

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